Il fattore F


Make sense, Movimento anticipatorio, Digital Marketing, Community, Comunicazione

04 Nov 2019

Le innovazioni nel mondo del marketing, che deve fare i conti con un nuovo panorama di business, più orizzontale: il mercato fornisce le idee, le aziende le commercializzano.

Oggi viviamo in un mondo nuovo. Internet ha portato connettività e trasparenza nella nostra vita e ha portato delle trasformazioni profonde nel modo di pensare il marketing.

Il potere economico oggi è più disperso e inclusivo che in passato ed è necessario adeguarsi a questo nuovo trend per far parte del processo di innovazione, per stare al passo con i tempi.

Il marketing deve fare i conti con un nuovo panorama di business, più orizzontale: il mercato fornisce le idee, le aziende le commercializzano. Inoltre il mercato sta diventando più inclusivo: i social media abbattono le barriere geografiche e demografiche, permettendo alle persone di connettersi e comunicare e alle aziende di innovare verso la collaborazione.

Nel mercato, il potere è passato dal singolo individuo ai gruppi sociali. I clienti alzano la voce. Non hanno paura delle grandi aziende e dei grandi brand. Amano condividere storie sui brand, positive e negative. I clienti assumono un orientamento più orizzontale: accolgono con sempre maggiore diffidenza le comunicazioni dei brand e fanno affidamento piuttosto sul “fattore F” (friends, families, Facebook fans, Twitter followers: amici, familiari, fan e follower online). Quasi tutti chiedono consigli a perfetti sconosciuti sui social media e si fidano più di loro che della pubblicità e delle opinioni degli esperti.

Le conversazioni informali sui brand che avvengono sui social media sono più credibili di campagne pubblicitarie mirate. Le cerchie sociali sono diventate il fattore principale che orienta la scelta dei clienti, più delle comunicazioni del marketing e persino delle preferenze personali. I clienti tendono a seguire i consigli dei loro pari al momento di scegliere un brand. È come se volessero difendersi dalle false promesse dei brand e dai trucchi della pubblicità, trincerandosi al riparo delle proprie cerchie sociali.

In un contesto come questo un brand non deve più considerare i clienti come semplici target. In passato alcune aziende inventavano dei criteri di differenziazione, a volte anche falsi, pur di riuscire a distinguersi dalla concorrenza e a rafforzare l’immagine della marca. In futuro questo approccio non sarà più efficace, perché i clienti hanno imparato a riconoscere i brand disonesti.

 L’azienda deve trattare i clienti come suoi pari, come amici. Il brand deve rivelare il suo carattere autentico ed esprimere con trasparenza il suo valore. Solo così potrà ispirare fiducia.

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